Perchè due località distanti soltanto 5Km possono avere temperature molto diverse, nell'ordine di 6-8°C?
Questo articolo prova a spiegare in modo semplice ed esaustivo il fenomeno del gradiente termico positivo, chiamato più comunemente "inversione termica", caratterizzante moltissimi microclimi italiani.
E' accezione comune, nonchè intuitivo, il fatto che la temperatura diminuisca all'aumentare dell'altitudine, seguendo una classica legge fisica legata alla salita verso l'alto dei fluidi e gas caldi.
Occorre tener presente infatti che l'atmosfera non si riscalda particolarmente per la presenza della radiazione solare, ma soprattutto per il calore che la superficie terrestre è in grado di irradiare. Si genera quindi il fenomeno della convezione: l'aria che si trova negli strati immediatamente più bassi dell'atmosfera si riscalda per questo calore irradiato e, più calda e leggera, tende a salire verso l'alto.
Nel salire di quota questa massa d'aria sarà via via sottoposta ad una pressione atmosferica minore (ricordiamo che la pressione atmosferica è causata proprio dal peso dell'aria che si trova sulla nostra verticale) ed ha modo di espandersi adiabaticamente e quindi di raffreddarsi, generando un gradiente termico negativo (all'aumentare di quota diminuisce la temperatura).
Precisiamo che con l'espressione "Gradiente Termico" si indica il tasso di diminuzione della temperatura riferito ad un certo tratto di altezza; in condizioni normali esso si attesta intorno ai 0.6/0.8°C ogni 100 metri.
Ad esempio: Se in una località posta a 300 metri di altitudine si registra una temperatura di +15.6°C, è lecito aspettarsi (ribadiamo: in condizioni normali) che a 400 metri si registrino +14.8/+15.0°C, mentre a 500 metri ci dobbiamo aspettare circa +14.0/+14.2°C.
Questa regola subisce non poche variazioni: in una colonna d'aria satura di vapore acqueo (tassi di umidità intorno al 95-100%) il gradiente termico tenderà quasi ad annullarsi; una circostanza questa, definita con il termine di "Omotermia" che si verifica spesso con l'avvezione di aria più mite legata ad un fronte caldo.
Di solito il gradiente termico si presenta massimo nella situazione diametralmente opposta alla precedente, correlata all'avvezione di aria fresca per via di un fronte freddo (specialmente se ad esso è associata una buona ventosità) e può raggiungere anche 1.2/1.4°C ogni 100 metri di altezza.
In una situazione di "Inversione Termica", questa legge viene totalmente capovolta, e il gradiente termico da negativo diviene positivo. Cerchiamo di capire perchè accade questo e soprattutto dove.
Determinante è la capacità della superficie di riflettere la luce solare (capacità chiamata "Albedo").
Si pensi ad un manto nevoso. La neve possiede un effetto albedo elevatissimo, stimabile in un buon 90%. Riflettendo tutta la luce solare, la capacità di irraggiamento del suolo sarà pressochè minima e al tramonto lo strato d'aria immediatamente circostante alla neve tenderà a raffreddarsi molto rapidamente, molto di più dello strato d'aria che si trova ad altitudini superiori o in libera atmosfera, generando appunto un'inversione termica.
Oppure si pensi ad una pianura o ad una conca nella stagione invernale, luoghi che permettono facilmente al freddo di depositarsi. Durante questa stagione sussistono due fattori che rendono minore la capacità di irraggiamento della superficie terrestre: in primo luogo la durata del dì risulta notevolmente minore rispetto alla durata della notte ed in secondo luogo i raggi solari solari risultano più inclinati rispetto al suolo.
Due condizioni si rendono assolutamente necessarie per la formazione di un'inversione termica: occorre assoluta (o quasi) calma di vento, altresì il rimescolamento dell'aria causato dalla ventilazione non lascerebbe spazio alla formazione di questo strato di aria più fredda, e un cielo completamente stellato.
Inoltre, la formazione o il dissolvimento di uno strato di inversione termica deve passare necessariamente attraverso la formazione di uno strato temporaneo di omotermia verticale.
Molto spesso, in concomitanza con l'inversione termica, si ha la presenza di foschie dense o fitte nebbie. Questo perchè l'inversione crea uno strato d'aria molto stabile, in grado di annullare del tutto il rimescolamento verticale. Nelle aree densamente abitate può verificarsi anche un elevato accumulo di sostanze inquinanti, nel linguaggio comune "Smog", tale da rendere decisamente insalubre l'aria che si respira.
In particolare durante la stagione invernale, l'inversione termica può favorire delle brinate o delle estese e forti gelate che a volte rappresentano l'ingrediente necessario per il temutissimo fenomeno chiamato "Gelicidio".
Nelle nostre località, complice l'orografia del territorio, vi sono parecchie zone nelle quali si formano potenti inversioni termiche.
Nel Viterbese alcune di queste sono senza dubbio individuabili nel Comune di Acquapendente, nell'Ortano, nella valle del Tevere, nella periferia di Viterbo, nelle località ai piedi dei rilievi Cimini, nel famoso "Ponte della Strega" situato tra Capranica e Bassano Romano, e tante altre.
Nel Comune di Ronciglione spiccano la località di Trenta Miglia e il Vallone del Rio Vicano. Importanti inversioni si verificano anche intorno al Lago di Vico, in particolare nel settore appartenente al Comune di Caprarola e nei dintorni del Monte Venere.
Riccardo Felli
"Il vento passa, fila e va senza controllo". Così scriveva tra il 1964 e il 1968 un osservatore meteorologico di Rovereto esasperato dalla negligenza del suo superiore che, a seguito della rottura dell'anemometro dell'osservatorio della sua città, non provvedeva ad ordinarne la sostituzione.".
E' una delle tante storie aneddotiche e colme di umanità e passione per il proprio lavoro che emergono dallo sterminato archivio di dati meteorologici dell' "Unità di Ricerca per la meteorologia e la climatologia applicate all'agricoltura" (CMA), recentemente oggetto di un enorme e ammirevole lavoro di studio meticoloso da parte del gruppo di ricercatori del CMA (il Consiglio di Ricerche per la Sperimentazione in Agricoltura) struttura dell'ente CRA (Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura).
Un lavoro di studio di tutte le osservazioni meteorologiche cartacee e delle relative annotazioni al margine, trascritte nei diversi osservatori italiani e raccolte nel centro del Collegio Romano dove per decenni, dalla fine dell'800 e fino alla nascita del Servizio meteorologico dell'Aeronautica Militare, L'Ufficio Centrale di Meteorologia (UCM), antenato dell'attuale CMA ha coordinato la meteorologia nazionale (sia per la raccolta dei dati che per le elaborazioni previsionali).
A seguito di quest'opera meticolosa di recupero e riordinamento dei dati meteorologici, il CRA ha organizzato una bellissima mostra didattica sul tema delle osservazioni meteorologiche e della storia della meteorologia italiana, presso il Collegio Romano.
Un primo appuntamento è stato organizzato il 16 e 17 Ottobre; un secondo l'8 Novembre. Maria Carmen Beltrano e Luigi Iafrate i responsabili della mostra e le nostre appassionate guide durante la visita; Eleonora Gerardi, addetta alla ricerca di archivio e all'allestimento) e Alessandra Saloni, curatrice dell'editing del filmato di apertura!
Come gruppo di appassionati e studiosi della meteorologia abbiamo avuto il piacere e il privilegio di assistere alla mostra in entrambe le occasioni.
L'evento è stato introdotto da un filmato didattico e di cronaca storico-meteorologica elaborato dai ricercatori del centro (editing di Alessandra Saloni). Un misto riuscitissimo di meteorologia, storia sociale e politica, poesia e sentimento.
Sullo schermo scorrevano dapprima i testi delle annotazioni sullo stato del tempo, redatte dagli osservatori in stili assai diversi, alternando descrizioni semplici e scarne ad altre elaborate e liriche
Decine e decine di diverse espressioni per indicare il carattere della pioggia, della neve, della nebbia, del freddo, del caldo, di un temporale. Grafie diverse, tempi diversi, epoche storiche diverse, contesti diversi, luoghi diversi: ma sempre il medesimo trasporto e la medesima passione.
Poi il filmato ci mostrava le annotazioni al margine di carattere non meteorologico, bensì storico-sociale e politico e, talvolta, personale. Osservatori attenti non solo ad annotare lo stato del tempo, ma anche lo stato del proprio tempo. E così da un decennio ad un altro si passa dalla presa di Roma del 1870, alle note dolorose delle guerre mondiali, con dettagli sugli eventi più catastrofici come i bombardamenti delle città italiane nel quinquennio 1940-1945, fino alle note su eventi del secondo dopoguerra (come le occupazioni universitarie ed altri eventi politici).
La meteorologia che diviene un sottofondo costante della storia civile del paese, delle sue città e dei suoi territori. Oppure, se la si vuole vedere al contrario, la storia umana che fa da costante sottofondo delle eterne e grandiose dinamiche della natura e dei fenomeni atmosferici. In ogni caso un connubio poetico ed emozionante che non può lasciare indifferenti!
Dopo la visione del filmato, gli organizzatori ci hanno condotto tra i corridoio del Collegio Romano.
Una vera e propria miniera di faldoni esposti sulle librerie, sei milioni di dati per ogni variabile meteorologica, esposti tra gli scaffali di quelle antiche mura. Non si può certo nascondere una certa emozione per meteoappassionati come noi nel percorrere quegli spazi con lo sguardo pensando alla mole di testimonianze meteorologiche dei tempi che furono.
Siamo stati quindi portati in una bellissima sala affrescata dove erano state esposte numerose testimonianze cartacee delle osservazioni meteorologiche del passato con le annotazioni storiche e sociali più significative, nonché i voluminosi testi contenenti le antiche mappe delle isobare e delle isoterme disegnate a mano dai meteorologici del collegio.
Carte notevolissime per l'epoca, considerando la relativa scarsità di dati su scala Europea di cui si disponeva. Lettura non certo immediata per noi appassionati abituati alla grafica assai diversa e di maggior dettaglio delle attuali carte del tempo consultabili su internet! E tuttavia alcuni tentativi di interpretazione li abbiamo fatti. In fondo alte e basse pressioni si intuiscono bene. Ecco una delle carte che ci sono passate sotto gli occhi appartenente al voluminoso libro relativo all'anno 1912 (mese di Dicembre, giorno 21).
Si noti la maggior precisione delle isobare in sede italiana (l'area per la quale, ovviamente in Italia, si disponeva di un maggior numero di rilevazione usate per i "presagi"- le antiche previsioni-) e il minor dettaglio per il resto d'Europa. Di certo non può sfuggire la presenza di una forte alta pressione russa.
Prima di lasciarci liberamente spulciare carte, documenti, foto e ogni altra testimonianza della meteorologia che fu, le nostre guide ci hanno raccontato altri interessantissimi dettagli relativi alla storia istituzionale della meteorologia italiana nonché più dettagliati aneddoti sulle note delle osservazioni meteorologiche.
Degna di nota, infine, (al primo appuntamento della mostra cui abbiamo assistito) la salita alle terrazze dell'edificio dove è collocata la storica stazione meteorologica del Collegio Romano situata sulla Torre Calandrelli in una posizione forse un po' inusuale rispetto alle attuali norme OMM, ma sicuramente, grazie alla stabilità nel tempo dell'installazione, garante della perfetta continuità di una lunga e preziosissima storica che inizia dal lontano 1782 per arrivare ai nostri giorni. Una fonte inesauribile di dati comparabili per comprendere le vicessitudini della meteorologia sulla città di Roma e studiare i cambiamenti climatici occorsi, la cadenza dei grandi eventi estremi ed ogni altro dettaglio di interesse climatologico.
La visita si è conclusa con l'ammirazione (e spiegazione) del funzionamento di alcuni sismografi antichi esposti nel corridoio di accesso alle stanze dove lavorano i ricercatori del centro. Ecco un'immagine che ritrae da vicino questi antichi strumenti capaci di notevoli prestazioni.
La ciliegina sulla torta, a conclusione della visita è stata in chiusura la disponibilità dei libricini della serie storica 1993-2010 di tutti i dati meteorologici della stazione del Collegio, nonché due piccoli volumi sulle precipitazioni e sulla neve a Roma che naturalmente non abbiamo esitato a prendere
Chi, come noi, ama la meteorologia per passione, e crede nell'indiscutibile utilità sociale di questa meravigliosa scienza, non ha potuto che apprezzare tantissimo il significato della mostra allestita dai ricercatori del CRA-CMA.
Proprio in questi giorni nelle nostre zone abbiamo assistito da vicinissimo al terribile evento alluvionale che si è scatenato sulla Tuscia settentrionale, la Maremma e l'Umbria occidentale cercando nel nostro piccolo di stimolare una forte operazione informativa e preventiva.
La consapevolezza del fortissimo impatto socio-economico e, più in generale, umano (a tutti i livelli) che la meteorologia come scienza ha da sempre su tutte le attività sociali, ha reso per noi ancor più ammirevole il lavoro quotidiano del CRA, espressione della scienza meteorologica e climatologica più seria che opera nel nostro paese.
Un grande ringraziamento va a tutti i ricercatori del CRA, in particolare ai nostri ciceroni Maria Carmen Beltrano e Luigi Iafrate che hanno avuto la pazienza di guidarci (per ben due volte) tra le testimonianze di questo luogo pieno di storia.
Lorenzo Dorato
a nome di tutto lo Staff di MeteoTuscia
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Un reportage che vuole mettere in evidenza la critica situazione a cui è sottoposta la vegetazione del comprensorio dei Monti Cimini, riferendoci in particolar modo alla Valle di Vico e del lungolago di Ronciglione.
E' il mattino di Venerdì 24 Agosto 2012 e percorrendo il lungolago ronciglionese, anche un osservatore distratto si accorgerebbe della grande situazione di difficoltà delle numerose piante circostanti.
Lo scenario è eloquente, ed in certi tratti disarmante: Molte le foglie secche a terra, circondate da cespugli ormai dorati e sterpaglie agonizzanti; con la polvere che si alza inesorabilmente ad ogni passo.
E non appena lo sguardo si alza da terra, cadendo sui monti che custodiscono il Lago di Vico, ecco spuntare i malinconici colori autunnali; in particolare sul Monte Fogliano. Chiazze di giallo si alternano all'arancio, e a quel marroncino che a fine agosto si può accostare solo alla morte.
E quel duro colpo al cuore della Riserva Naturale, rappresentato da quella chiazza marrone lasciata dall'incendio appiccato lo scorso 18 luglio, a rendere ancora più inquietante il paesaggio...
E' questa la normalità? Affatto. E' invece questo il risultato di una siccità che sta martoriando queste località da mesi e mesi, in particolare dall'inizio del 2011.
I bottini pluviometrici, tranne rare eccezioni sono negativi da ben 20 mesi.
I nostri dati confermano tutto ciò: L'ultima pioggia abbondante in grado di bagnare in profondità i terreni risale a Martedì 22 Maggio, con 33,3 millimetri registrati dalla stazione di Ronciglione Centro. Da quel giorno soltanto le briciole: 9,9mm in tutto, caduti in 4 giornate di precipitazioni deboli.
Con ciò, sono ben 95 le giornate consecutive senza pioggia utile per i terreni.
Inoltre, dall'inizio del 2011 totalizziamo 934 millimetri contro una media che ne vorrebbe 1744! Un deficit idrico spaventoso del 46% nell'arco degli ultimi 20 mesi!!!!!!
Una situazione che si protrae ormai da moltissimo tempo, e che ha bisogno di una drastica svolta.
Ci si augura per il bene del nostro territorio un autunno piovoso, in grado di colmare almeno una parte di questo gravissimo deficit che sta mettendo in ginocchio l'agricoltura e il nostro bellissimo paesaggio.
Riccardo Felli & Lorenzo Pietra
In questo articolo vi proponiamo una differenza piuttosto importante e spesso utilizzata in meteorologia per classificare le fredde giornate invernali: ci stiamo riferendo alle "giornate di ghiaccio" e le "giornate di gelo".
Nel corso dell'inverno 2012 questa distinzione si è rivelata molto utile per descrivere l'entità del freddo che ha colpito le varie località, gli esperti ed appassionati di meteorologia se ne sono serviti senza farsi pregare! D'altronde è cosa risaputa che una buona parte degli appassionati di meteorologia è per così dire, "freddofila"!
Distinguerle è molto facile, basterà infatti seguire le seguenti regole:
Giornata di ghiaccio: Una giornata si può classificare tale quando la temperatura massima del giorno (dalle ore 0.00 alle ore 24.00) non supera mai gli 0°C. A scanso di equivoci: se la massima si ferma a 0,0°C allora la giornata si può classificare come "giornata di ghiaccio", ma se la massima raggiunge gli +0,1°C allora le rigide regole meteo-statistiche non possono classificarla come tale.
Giornata di gelo: Molto più comune della giornata di ghiaccio, la si può classificare come tale quando la temperatura minima scende al di sotto dello zero.
Proprio lo scorso inverno, la stazione di Ronciglione Centro è riuscita a registrare ben 2 giornate di ghiaccio consecutive. Un risultato eccezionale per le statistiche, si tratta di una situazione rarissima a cui non assistevamo da anni, quasi sicuramente sono le prime due giornate di ghiaccio degli anni 2000.
Stiamo parlando di Venerdì 3 Febbraio 2012 (minima -3,2°C massima -0,3°C) e di Sabato 4 Febbraio 2012 (minima -5,4°C massima -1,4°C), con le temperature medie calcolate ogni minuto che si sono attestate rispettivamente a -1,9°C e -3,5°C! Vi assicuriamo che sono dei dati assolutamente eccezionali.
Se da una parte le giornate di ghiaccio sono rarissime per la nostra zona, di gran lunga superiori sono le giornate di gelo; se ne contano 14 nell'arco dell'intera stagione invernale 2011/2012 (escluse ovviamente le 2 giornate di ghiaccio).
Tra l'altro l'inverno 2011/2012 è riuscito nella difficile impresa di far registrare ben 15 minime consecutive al di sotto dello zero (dal 1° al 15 febbraio).
Per le altre 3 stazioni di Ronciglione le giornate di gelo sono decisamente più elevate, in particolare per Trenta Miglia, che a causa del fenomeno dell'inversione termica scende molto più frequentemente al di sotto dello zero.
Ogni medaglia però ha sempre una seconda faccia! Ce lo testimonia l'inverno 2006/2007: Ronciglione Centro non ha avuto giornate di gelo, praticamente non si è mai scesi al di sotto degli 0°C. Non a caso lo ricordiamo come uno degli inverni più caldi di sempre!
E' facile intuire come queste semplici classificazioni permettano effettivamente di dare dei validi accenni sull'andamento di una stagione invernale senza dover necessariamente entrare troppo nei dettagli.
Ognuno di noi può quindi tracciare delle valide statistiche, installando semplicemente un termometro digitale munito di schermo solare Davis (per delucidazioni consultare l'articolo del 3 luglio 2012 presente in questo blog) e annotando con cura i dati registrati. Ciò permetterà di poter facilmente confrontare nei vari anni le varie stagioni invernali.
Riccardo Felli
Ronciglione in FM
Elenco di tutte le stazioni radio ricevibili in modulazione di frequenza nel territorio del comune di Ronciglione (VT).
In blu sono evidenziati i segnali nitidi.
87.6 Mhz: Radio 1
87.9 Mhz: Radio Onda Rossa
88.1 Mhz: Elle Radio
88.3 Mhz: Ecoradio
88.6 Mhz: Radio Radicale
88.9 Mhz: Radio Città Aperta
89.1 Mhz: Radio Manà All News
89.3 Mhz: Qlub Radio
89.5 Mhz: Radio Classica
89.7 Mhz: Radio 1
90.1 Mhz: Lattemiele
90.3 Mhz: Radio Deejay
90.5 Mhz: M2O
90.8 Mhz: Radio Verde
91.0 Mhz: Radio Manà Sport
91.2 Mhz: Radio 2
91.5 Mhz: Radio Subasio
91.7 Mhz: Radio 2
92.0 Mhz: R 101
92.2 Mhz: RTL 102.5
92.4 Mhz: RTL 102.5
92.7 Mhz: Tele Radio Stereo
93.0 Mhz: Radio Roma Capitale
93.4 Mhz: Radio Punto Zero - Tuscia Hit Radio
93.7 Mhz:
93.9 Mhz: Radio Subasio
94.2 Mhz: Subasio +
94.5 Mhz: Radio Subasio
94.8 Mhz: Radio Subasio
95.1 Mhz: Radio Maria
95.3 Mhz: Radio Dimensione Musica
95.5 Mhz: Radio Capital
95.8 Mhz: Radio Capital
96.1 Mhz: Radio 105
96.6 Mhz: Radio Olgiata
96.8 Mhz: Radio Incontro
97.0 Mhz: M2O
97.2 Mhz: Radio KissKiss
97.4 Mhz:
97.7 Mhz: Radio Città Futura
97.9 Mhz: Radio KissKiss
98.1 Mhz: Radiosei
98.4 Mhz: Radio 3
98.7 Mhz: Virgin Radio
99.0 Mhz: Radio Ti Ricordi
99.3 Mhz: Rai Giornale Parlamento
99.6 Mhz: Radio Globo
99.8 Mhz: Radio IES
100.0 Mhz: R 101
100.2 Mhz: Radio Suby
100.5 Mhz: Radio Globale
100.7 Mhz: Lazio Style Radio
101.0 Mhz: Radio Deejay
101.3 Mhz: Centro Suono
101.5 Mhz:
101.7 Mhz: Radio e Vangelo
101.9 Mhz: Dimensione Suono Roma
102.1 Mhz: RTL 102.5
102.3 Mhz: RTL 102.5
102.6 Mhz: RTL 102.5
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103.7 Mhz: Radio Subasio
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106.3 Mhz: RMC 1
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106.9 Mhz: Radio Mambo
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107.4 Mhz: Radio Suby
107.7 Mhz:
107.9 Mhz: Radio 24
Lista aggiornata all'28 Settembre 2012
La stagione estiva è spesso caratterizzata da una lunga serie di giornate senza pioggia, ma se a questo fattore si aggiungono gli ultimi 12 mesi particolarmente secchi, la situazione può farsi delicata.
E' questa purtroppo la situazione che stiamo vivendo in questo 2012 ed è testimoniata dai dati in tabella, raccolti dalla stazione di Ronciglione Centro:
La tabella è realizzata supponendo che il mese in corso finisca senza alcuna precipitazione.
Con ciò, si potrebbe dire che negli ultimi 12 mesi il totale pluviometrico ammonta a 456,5mm di pioggia a fonte di una media di 1159mm, con un deficit idrico del 60%.
Situazione che si ripresenterebbe identica a quella che abbiamo analizzato in questo blog nell'articolo di Aprile.
Quel che è inequivocabile è la lunga serie di mesi al di sotto della media pluviometrica, che si protrae praticamente dall'inizio del 2011. Questa seconda tabella ci evidenzia proprio l'evoluzione dai primi mesi del 2011. Dal 1° Gennaio 2011 al 31 Luglio 2012 il deficit idrico potrebbe attestarsi al 45,4%!
Occorre ricordare che questi dati sono "ipotetici". Luglio ha ancora 10 giorni di tempo per mettere qualcosa nel bottino pluviometrico!
Anche se questi dati non sono "ufficiali", una certa linea di tendenza la tracciano. La siccità che in questi giorni imperversa (al 19 Luglio Ronciglione è al suo 45° giorno senza pioggia...) rende elevatissimo il rischio di incendi; in merito la cronaca di questi giorni ce ne da testimonianza.
Numerosi incendi nel Viterbese, anche di origine dolosa...
Una dolorosa piaga che si va a sommare al già serio problema siccità. In questo periodo serve davvero la collaborazione di tutti in un uso più responsabile dell'acqua e al rispetto dell'ambiente, evitando il rischio di provocare anche accidentalmente incendi che potrebbero divampare con grande facilità tra le sterpaglie così secche.
A tal proposito, ecco dei suggerimenti molto importanti diramati dalla protezione civile:
Per evitare un incendio:
- non gettare mozziconi di sigaretta o fiammiferi ancora accesi, possono incendiare l'erba secca;
- non accendere fuochi nel bosco. Usa solo le aree attrezzate. Non abbandonare mai il fuoco e prima di andare via accertati che sia completamente spento;
- se devi parcheggiare l’auto accertati che la marmitta non sia a contatto con l'erba secca. La marmitta calda potrebbe incendiare facilmente l’erba;
- non abbandonare i rifiuti nei boschi e nelle discariche abusive. Sono un pericoloso combustibile;
- non bruciare, senza le dovute misure di sicurezza, le stoppie, la paglia o altri residui agricoli. In pochi minuti potrebbe sfuggirti il controllo del fuoco.
Se l'incendio è in corso:
- se avvisti delle fiamme o anche solo del fumo telefona al 1515 per dare l’allarme. Non pensare che altri l'abbiano già fatto. Fornisci le indicazioni necessarie per localizzare l'incendio;
- cerca una via di fuga sicura: una strada o un corso d'acqua. Non fermarti in luoghi verso i quali soffia il vento. Potresti rimanere imprigionato tra le fiamme e non avere più una via di fuga;
- stenditi a terra in un luogo dove non c'è vegetazione incendiabile. Il fumo tende a salire e in questo modo eviti di respirarlo;
- se non hai altra scelta, cerca di attraversare il fuoco dove è meno intenso per passare dalla parte già bruciata. Ti porti così in un luogo sicuro;
- l'incendio non è uno spettacolo, non sostare lungo le strade. Intralceresti i soccorsi e le comunicazioni necessarie per gestire l’emergenza.
Riccardo Felli
Durante la mattinata di Mercoledì 18 Luglio 2012 si è sviluppato un vasto incendio nella zona del Lago di Vico, ben visibile da Viterbo e da molte altre località!
La colonna di fumo è stata avvistata anche da località alle porte di Roma.
Si è stimato che l'area interessata dall'incendio è di circa 60-70 ettari, composta principalmente da quercino ad alto fusto.
Le foto testimoniano la situazione alle ore 12.30. In quel momento erano già in atto le operazioni di spegnimento con un Canadair del corpo forestale dello stato. In seguito si è aggiunto anche un Ch 47.
Per le operazioni di spegnimento si è resa necessaria la chiusura del tratto di strada che unisce la provinciale Cassia Cimina con San Martino al Cimino (loc. Poggio Nibbio).
Le prime indiscrezioni parlano di un incendio di natura dolosa. Potrebbero emergere altri dettagli nel corso delle prossime ore.
Riccardo Felli
La temperatura di una determinata località è senz'altro il principale parametro che viene consultato da chi è interessato alle informazioni meteorologiche attuali.
Analizzeremo in questo articolo il metodo più comune utilizzato dagli appassionati di meteorologia, lo schermo solare Davis!
La temperatura rappresenta, insieme alla quantità di pioggia caduta, fonte di importanti elaborazioni statistiche.
Medie decadecali, mensili, annue e rispettivi trend, confronti infra-annuali, decennali, ecc... possono reputarsi attendibili se, e solo se, la temperatura viene rilevata correttamente, con una strumentazione adatta.
Davis Instruments è un'azienda statunitense che è riuscita ad acquisire la posizione di leader sul mercato internazionale coniugando con efficacia il binomio qualità - prezzo.
E' produttrice di centraline meteorologiche in grado di adattarsi ai vari contesti ambientali e, soprattutto, di essere impiegate nelle varie attività umane come l'agricoltura, il turismo, l'industria, ecc...
Tra i vari prodotti di questa azienda, troviamo anche uno schermo solare, che è possibile vedere nell'immagine sopra inserita.
Lo schermo è costituito da una serie di 8 piatti di colore bianco, realizzati in materiale plastico, distanziati l'uno dall'altro di un certo spessore, per permettere all'aria di fluire senza alcuna difficoltà al suo interno.
La funzione d questo strumento è intuibile: Proteggere il sensore termo-igrometro della stazione meteorologica dai raggi solari mantenendo però, un'adeguata circolazione dell'aria.
I piatti che costituiscono lo schermo non sono tutti uguali. Quelli centrali sono forati, per consentire l'inserimento del sensore, mentre i piatti posti alle estremità non lo sono; essi infatti devono "proteggere" il sensore dai raggi solari (piatti in alto) e dal calore riflesso dal suolo (piatti in basso).
Per aumentare ulteriormente la capacità "protettiva" dello schermo, tra il primo e il secondo piatto, è presente una lastra metallica.
Può sembrare effettivamente strano a dirsi, ma la misurazione corretta della temperatura esterna prevede, oltre all'inserimento del sensore in questo schermo, l'esposizione di quest'ultimo ai raggi solari (se possibile per tutta la durata del soleggiamento, cioè dall'alba al tramonto).
L'altezza da terrà deve essere di circa 2 metri se ci troviamo su una superficie erbosa. In un centro urbano si consiglia un installazione sul tetto del palazzo a circa 2-3 metri di altezza da quest'ultimo.
Essendo uno schermo passivo, cioè con una ventilazione naturale, (non per mezzo di apposite piccole ventole) nel momento dell'installazione sarà necessario valutare anche la presenza di ostacoli circostanti che possono impedire all'aria di fluire all'interno dei piatti.
Lo schermo solare passivo Davis ha un prezzo che si aggira intorno ai 120/140€, ma la sua durata supera anche i 5-8 anni. Non ha bisogno di particolare manutenzione al di fuori della pulizia costante dei suoi piatti (è sufficiente una volta l'anno). Rimuovere lo sporco è importante, perchè lo schermo solare fa del suo colore bianco ulteriore arma di "protezione" (il bianco a differenza del nero riesce a riflettere maggiormente i raggi solari).
Sul web è possibile trovare rivenditori autorizzati per l'Italia dalla Davis Instruments, effettuare ordini e ricevere installazioni sul posto!
Riccardo Felli
Ronciglione
Ronciglione è un comune italiano di 8.945 abitanti della provincia di Viterbo (precisamente nella Tuscia), situato lungo il percorso ad ovest del Lago di Vico della via Francigena; dista dal capoluogo circa 20 km.
Posizionata a nord di Roma, tra la via Cassia e la via Flaminia, sul percorso della via Cassia cimina, la parte medioevale di Ronciglione sorge su un grosso ciglione tufaceo, posto alla confluenza di due corsi d'acqua, il Rio Vicano, emissario del Lago di Vico, e il Fosso Chianello che, dopo le colmate farnesiane del XVI secolo, ora scorre sotterraneo.
Le colmate dei Farnese hanno permesso lo sviluppo rinascimentale e moderno della cittadina su un secondo sperone tufaceo.
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