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Siccità 2017: pluviometria e criticità a Viterbo e Roma

Eccezionale siccità sull'intera penisola: il caso di Roma

ROMA, 22 giugno 2017 - "Anno bisesto, anno funesto" recita un popolare proverbio, a voler sottolineare l'attitudine della natura a ripetersi con cicli più o meno regolari, nel bene o nel male.
Un anno bisestile in realtà ce lo eravamo appena lasciati alle spalle quando per l'Italia si apriva una lunga pagina meteorologica fatta di anomalie termiche e pluviometriche.
In questi primi 6 mesi del 2017 la penisola è stata bersaglio costante delle stravaganze del clima: ricordiamo la lunga e feroce ondata di freddo che colpì per 15 giorni lo stivale, a partire dall’Epifania, con eccezionali nevicate sull’Appennino centrale, causa della slavina che travolse l’Hotel Rigopiano.
Sono cronaca di queste settimane, invece, le temperature elevate che hanno fatto esplodere la stagione estiva già dalla seconda metà del mese di maggio con valori di parecchi gradi al di sopra delle medie del periodo, i fiumi in secca e i laghi al di sotto dello zero idrometrico.
Se da una parte è lecito attendersi delle annate nelle quali l’escursione termica tra inverno ed estate è più elevata di altre, quel che lascia sgomento e preoccupazione è prendere atto, dati alla mano, di una costante che da mesi non sta dando tregua: l’assoluta scarsità di precipitazioni.
Per renderci conto della portata degli effetti su scala nazionale è sufficiente mettere a confronto un’immagine satellitare della penisola scattata nel giugno 2016 con una di qualche giorno fa:

     

Numerose le aree verdi che mancano all’appello rispetto ad un anno, il 2016, che non aveva di certo brillato per piovosità.

Particolarmente critica la siccità in pianura Padana con il fiume Po che risulta essere ai minimi storici per il mese di giugno: nel Ferrarese si rileva un livello di -4,9 metri rispetto allo zero idrometrico, un'altezza del fiume che di solito si raggiunge nel mese di agosto, al termine dell’estate.

Non va meglio sul nostro territorio: fa eco, proprio in queste ore, l’allarme lanciato da esperti ed associazioni sullo stato di salute del lago di Bracciano.
Da un servizio andato in onda sul TG1 al mattino di mercoledì 21 giugno, si testimonia la gravità della situazione: il bacino infatti ha subito, negli ultimi 5 mesi, un calo di 1,4 metri rispetto allo zero idrometrico; si denuncia una cattiva gestione delle acque da parte di ACEA che ha il controllo sulle idrovore che prelevano le acque per alimentare Roma e le sue fontane.

La siccità pertanto sta aggravando ulteriormente un contenzioso che rischia di sfociare in un disastro ambientale, già oggetto di interrogazioni parlamentari, e che vede gli enti e le associazioni locali mobilitarsi per salvaguardare la salute dell’ecosistema della riserva di Bracciano a Martignano.

È notizia di qualche giorno fa il provvedimento del comune di Civita Castellana che, dal 1 luglio, limiterà l’uso dell’acqua a cause strettamente necessarie (vietando di fatto l’irrigazione dei giardini, orti, piscine, ecc.) ed applicando multe elevate, fino a 450€, ai contravventori.

L’eccezionale siccità affonda le sue radici già nello scorso autunno ed in particolare nel mese di dicembre, quando si verificarono le prime drastiche diminuzioni delle piogge, e si è protratta, senza sosta, per tutta la stagione invernale e primaverile; l’arrivo del caldo estivo sta dando il colpo di grazia alla vegetazione e all’agricoltura, già duramente provate da questa situazione anomala.

Un altro aspetto da tenere in considerazione, per valutare lo stato dei terreni, è legato alla qualità delle piogge: una buona parte delle precipitazioni che si sono avute in questi mesi sono scaturite da rovesci e temporali di moderata o forte intensità e come tali, non hanno avuto il tempo necessario per penetrare a fondo nei terreni ma di interessarne soltanto lo strato superficiale.

Per fare il punto della situazione ci siamo serviti dei dati pluviometrici raccolti dalla stazione meteorologica di Ronciglione, in provincia di Viterbo (50 Km a nord della Capitale), in un arco temporale che ha inizio nel 2006.

Negli ultimi 12 anni si sono verificate due annate particolarmente asciutte, il 2007 e il 2011, e un’estate molto secca, quella del 2012, con significativi danni alla vegetazione. A seguire un paio di annate piovose, con il 2014 di gran lunga al di sopra della media, e altre due annate che hanno registrato un cumulato leggermente al di sotto della media.

Da 5 anni quindi non si affrontava una situazione siccitosa tale da presentare criticità così importanti sul territorio.

Se andiamo a calcolare il quantitativo di pioggia caduto tra i mesi di dicembre e giugno abbiamo il periodo dicembre 2016 – giugno 2017 fanalino di coda con soli 234,1 mm; nessuna delle precedenti annate ha lasciato al suolo meno piogge, neanche il periodo dicembre 2011 – giugno 2012 che si fermò a 332,2 mm.

Da questi dati si comprende la portata della situazione che stiamo vivendo, è la criticità forse più significativa di tutti gli anni 2000: rispetto alla media pluviometrica in questo 2017, nella cittadina ai piedi dei Monti Cimini, siamo ad un deficit idrico del -57% con 221,7 mm a fronte di una media di 515 mm.

La situazione sul territorio è pressoché la stessa ovunque come confermano i dati di pioggia annuale estrapolati dalla nostra Rete Meteo:

Occorrono delle piogge nel brevissimo periodo per allentare la siccità e dare respiro ad una terreno che, alle porte dell’estate, non è in grado di garantire nè la salute della vegetazione nè un freno agli incendi: sono proprio questi ultimi a rappresentare l'ennesima spina nel fianco di un'annata disgraziata.

ROMA, 22.06.2017

Riccardo Felli

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