Grafici relativi alla stazione di Caprarola loc. S. Rocco
Nel pannello seguente è possibile visualizzare tutte le principali informazioni meteorologiche in tempo reale rilevate dalla stazione, e i grafici di pressione, vento, temperatura, umidità relativa, pioggia, radiazione solare, humidex e dew point. Aggiornamento: 5 minuti
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Eccezionale siccità sull'intera penisola: il caso di Roma
ROMA, 22 giugno 2017 - "Anno bisesto, anno funesto" recita un popolare proverbio, a voler sottolineare l'attitudine della natura a ripetersi con cicli più o meno regolari, nel bene o nel male.
Un anno bisestile in realtà ce lo eravamo appena lasciati alle spalle quando per l'Italia si apriva una lunga pagina meteorologica fatta di anomalie termiche e pluviometriche.
In questi primi 6 mesi del 2017 la penisola è stata bersaglio costante delle stravaganze del clima: ricordiamo la lunga e feroce ondata di freddo che colpì per 15 giorni lo stivale, a partire dall’Epifania, con eccezionali nevicate sull’Appennino centrale, causa della slavina che travolse l’Hotel Rigopiano.
Sono cronaca di queste settimane, invece, le temperature elevate che hanno fatto esplodere la stagione estiva già dalla seconda metà del mese di maggio con valori di parecchi gradi al di sopra delle medie del periodo, i fiumi in secca e i laghi al di sotto dello zero idrometrico.
Se da una parte è lecito attendersi delle annate nelle quali l’escursione termica tra inverno ed estate è più elevata di altre, quel che lascia sgomento e preoccupazione è prendere atto, dati alla mano, di una costante che da mesi non sta dando tregua: l’assoluta scarsità di precipitazioni.
Per renderci conto della portata degli effetti su scala nazionale è sufficiente mettere a confronto un’immagine satellitare della penisola scattata nel giugno 2016 con una di qualche giorno fa:
Numerose le aree verdi che mancano all’appello rispetto ad un anno, il 2016, che non aveva di certo brillato per piovosità.
Particolarmente critica la siccità in pianura Padana con il fiume Po che risulta essere ai minimi storici per il mese di giugno: nel Ferrarese si rileva un livello di -4,9 metri rispetto allo zero idrometrico, un'altezza del fiume che di solito si raggiunge nel mese di agosto, al termine dell’estate.
Non va meglio sul nostro territorio: fa eco, proprio in queste ore, l’allarme lanciato da esperti ed associazioni sullo stato di salute del lago di Bracciano.
Da un servizio andato in onda sul TG1 al mattino di mercoledì 21 giugno, si testimonia la gravità della situazione: il bacino infatti ha subito, negli ultimi 5 mesi, un calo di 1,4 metri rispetto allo zero idrometrico; si denuncia una cattiva gestione delle acque da parte di ACEA che ha il controllo sulle idrovore che prelevano le acque per alimentare Roma e le sue fontane.
La siccità pertanto sta aggravando ulteriormente un contenzioso che rischia di sfociare in un disastro ambientale, già oggetto di interrogazioni parlamentari, e che vede gli enti e le associazioni locali mobilitarsi per salvaguardare la salute dell’ecosistema della riserva di Bracciano a Martignano.
È notizia di qualche giorno fa il provvedimento del comune di Civita Castellana che, dal 1 luglio, limiterà l’uso dell’acqua a cause strettamente necessarie (vietando di fatto l’irrigazione dei giardini, orti, piscine, ecc.) ed applicando multe elevate, fino a 450€, ai contravventori.
L’eccezionale siccità affonda le sue radici già nello scorso autunno ed in particolare nel mese di dicembre, quando si verificarono le prime drastiche diminuzioni delle piogge, e si è protratta, senza sosta, per tutta la stagione invernale e primaverile; l’arrivo del caldo estivo sta dando il colpo di grazia alla vegetazione e all’agricoltura, già duramente provate da questa situazione anomala.
Un altro aspetto da tenere in considerazione, per valutare lo stato dei terreni, è legato alla qualità delle piogge: una buona parte delle precipitazioni che si sono avute in questi mesi sono scaturite da rovesci e temporali di moderata o forte intensità e come tali, non hanno avuto il tempo necessario per penetrare a fondo nei terreni ma di interessarne soltanto lo strato superficiale.
Per fare il punto della situazione ci siamo serviti dei dati pluviometrici raccolti dalla stazione meteorologica di Ronciglione, in provincia di Viterbo (50 Km a nord della Capitale), in un arco temporale che ha inizio nel 2006.
Negli ultimi 12 anni si sono verificate due annate particolarmente asciutte, il 2007 e il 2011, e un’estate molto secca, quella del 2012, con significativi danni alla vegetazione. A seguire un paio di annate piovose, con il 2014 di gran lunga al di sopra della media, e altre due annate che hanno registrato un cumulato leggermente al di sotto della media.
Da 5 anni quindi non si affrontava una situazione siccitosa tale da presentare criticità così importanti sul territorio.
Se andiamo a calcolare il quantitativo di pioggia caduto tra i mesi di dicembre e giugno abbiamo il periodo dicembre 2016 – giugno 2017 fanalino di coda con soli 234,1 mm; nessuna delle precedenti annate ha lasciato al suolo meno piogge, neanche il periodo dicembre 2011 – giugno 2012 che si fermò a 332,2 mm.
Da questi dati si comprende la portata della situazione che stiamo vivendo, è la criticità forse più significativa di tutti gli anni 2000: rispetto alla media pluviometrica in questo 2017, nella cittadina ai piedi dei Monti Cimini, siamo ad un deficit idrico del -57% con 221,7 mm a fronte di una media di 515 mm.
La situazione sul territorio è pressoché la stessa ovunque come confermano i dati di pioggia annuale estrapolati dalla nostra Rete Meteo:
Occorrono delle piogge nel brevissimo periodo per allentare la siccità e dare respiro ad una terreno che, alle porte dell’estate, non è in grado di garantire nè la salute della vegetazione nè un freno agli incendi: sono proprio questi ultimi a rappresentare l'ennesima spina nel fianco di un'annata disgraziata.
ROMA, 22.06.2017
Riccardo Felli
In questo articolo parleremo di una delle precipitazioni più inusuali e sorprendenti, si tratta della neve tonda (oppure "graupel", dal tedesco).
Se non abbiamo ricordi recenti, scavando un po' nella nostra memoria ci sarà sicuramente capitato di osservare una precipitazione solida, granulosa e piuttosto soffice, probabilmente durante un temporale invernale: si tratta di una precipitazione nevosa chiamata "neve tonda" o, più comunemente dagli addetti ai lavori "graupel".
E con molta probabilità, l'avrete scambiata per grandine ipotizzando che non può trattarsi di neve dal momento in cui il vostro affidabile termometro segna +7°C. Nulla di più sbagliato, vediamo perchè!
Innanzitutto può nevicare con temperature positive: i fiocchi di neve possono cadere anche con temperature di +3°/+4°C, al di sopra è sicuramente più raro; tuttavia la neve tonda riesce ad abbattere questo muro arrivando a presentarsi al suolo anche con valori di +10°/+12°C. Il suo segreto? Sta esattamente nella sua genesi.
La neve tonda si forma dal fiocco di neve che cade da una nube cumuliforme e, attraversando strati più caldi dell'atmosfera vicini al punto di fusione, non si scioglie ma si arrotola su se stesso; questo gli conferisce l'inconfondibile forma di granello.
Altro particolare: un'acuta osservazione suggerirà qualche dubbio sul fatto che quella particolare pallina possa essere grandine: infatti la neve tonda appare di un colore bianco opaco, rimbalza quando cade al suolo e fa molto meno rumore della grandine che invece si presenta sotto forma di ghiaccio, bianca e lucida. Inoltre, decisiva differenza, la neve tonda è comprimibile e malleabile mentre la grandine no, il chicco di ghiaccio non si può schiacciare con le dita.
La neve tonda è in grado di imbiancare il paesaggio in pochissimo tempo e può creare notevoli difficoltà a chi si trova alla guida durante un rovescio, infatti, nonostante la temperatura possa essere positiva, se accumulata in discreta quantità, non si scioglierà in tempi brevi.
RONCIGLIONE, 20.01.2017
Riccardo Felli
La direzione e la velocità del vento non rappresentano parametri meteorologici di primaria importanza per la descrizione di un microclima come la temperatura, la pioggia e l'umidità relativa tuttavia, la presenza di un anemometro (dal greco "anemos", vento) completa la strumentazione di una stazione meteorologica sia essa amatoriale o professionale.
In questo articolo scopriremo com'è composto un anemometro e quali sono le principali unità di misura utilizzate in ambito scientifico per esprimere la velocità del vento.
L'anemometro, strumento in grado di misurare la velocità e la direzione del vento, è un'invenzione piuttosto lontana nel tempo: risale al 1450 e fu opera di Leon Battista Alberti con successivi perfezionamenti di Leonardo da Vinci. Lo strumento è realizzato in legno e si compone di due parti: un anemoscopio a banderuola per indicare la direzione del vento mentre una lamina che si sposta lungo un'asse graduato ne indica la velocità.
Oltre 5 secoli di storia hanno modificato anche questo strumento che ha mantenuto inalterata la banderuola della quale sono dotati praticamente tutti gli anemometri moderni.
Per misurare la velocità del vento la lamina metallica di Leonardo è stata sostituita nel corso del XIX secolo da alcune coppette (o palette), solo nel 1926 Patterson mise a punto l'anemometro a tre coppette attualmente in uso.
Il principio di funzionamento è molto semplice: le coppette iniziano a ruotare alla minima spinta del vento ed un contagiri interno trasforma la rotazione in una grandezza elettrica che verrà poi convertita in numero.
L'installazione di un anemometro deve avvenire ad una certa distanza da ostacoli come palazzi, alberi, ecc...che possano influire sulla direzione e sulla velocità del vento; il consiglio migliore è sempre quello di installarli in ampi spazi aperti o sulla sommità dei palazzi, solo in questo modo sarà possibile ottenere misurazioni affidabili.
Un accorgimento da seguire quando si effettua l'installazione è quello di calibrare esattamente il Nord, tutti gli anemometri hanno l'indicazione di questo punto cardinale sul corpo sensore che ne vincola il posizionamento.
La velocità del vento rilevata dall'anemometro può essere espressa, esattamente come accade per la temperatura, in varie unità di misura; la principale è il chilometro orario (Km/h).
In meteorologia, in nautica ed in aeronautica è molto utilizzato anche il nodo (in inglese "knot", abb. kn). Il nodo rappresenta un'unità della misura della velocità ed equivale ad un miglio nautico all'ora (1,852Km/h) ove, per miglio nautico, si intende la distanza tra due punti sull'equatore posti alla distanza di 1/60 di grado o un primo.
Sfruttando il rapporto poc'anzi indicato, tramite una proporzione è agevole ricavare la velocità in nodi; volendo trasformare 45Km/h in nodi avremo:
1 nodo : 1,852Km/h = x : 45Km/h
x = 24,3 nodi (knots, abb. kst)
Altre unità per esprimere la velocità del vento sono date dai metri al secondo (m/s) o dalle miglia orarie (mph).
I metri al secondo si ottengono dividendo per 3,6 la velocità espressa in Km/h, nell'esempio precedente 45Km/h equivalgono a 12,5m/s.
Le miglia orarie si ricavano facilmente sapendo che 1 miglio equivale a 1,60934Km, pertanto anche qui sarà sufficiente una proporzione per trafsormare la velocità da Km/h in mph
1 miglio : 1,60934Km = x : 45 Km/h
x = 27,96mph
In rete sono disponibili alcune calcolatrici che eseguono queste trasformazioni, vi segnalo la seguente calcolatice per la conversione della velocità del vento (http://www.dossier.net/utilities/conversione-velocita-vento)
Per chiunque fosse interessato ad approfondire la nascita e la storia dell'anemometro suggerisco una visita al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci (http://www.museoscienza.org)
Per info su orari e prezzi consultare il sito.
RONCIGLIONE, 17.01.2016
Riccardo Felli
In questa sede analizzeremo le occasioni che hanno prodotto dei record termici nel corso del 2015 nella località di Ronciglione; le elaborazioni sono state eseguite su un database di durata decennale (2006-2015). La tabella mostra gli estremi termici degli ultimi 10 anni a Ronciglione, in evidenza quelli rilevati nell'anno in corso: dopo un inizio di anno piuttosto tranquillo, comunque mite e piovoso, con medie mensili di +7,26°C per Gennaio, di +6,79°C per Febbraio e di +9,51°C per Marzo, è stata la Pasqua a proporci gli unici records di freddo del 2015.
• 5 Aprile 2015: massima di +8,8°C
• 7 Aprile 2015: minima di +2,3°C
Una primavera decisamente più asciutta è stata il preludio di una caldissima estate che ha messo a segno un record di caldo nel mese di Luglio:
• 16 luglio 2015: minima di +23,7°C
L'estate ha avuto una lunga coda che si è manifestata a Settembre con un'ondata di caldo africano che ha interessato prevalentemente le regioni centro meridionali:
• 17 settembre 2015: minima di +21,6°C
Dopo un mese di Ottobre piovoso e appena fresco, a Novembre il caldo è tornato a fare la voce grossa mettendo a segno un record di caldo nei valori massimi.
• 8 Novembre 2015: massima di +22,9°C
Anche in questo 2015, così come nel 2014, sono prevalsi i records di caldo a conferma del trend che vede in questi ultimi anni un nuovo importante aumento della temperatura globale.
Passando alle configurazioni, la Pasqua ha visto condizioni fortemente perturbate dovute alla presenza di un campo di alta pressione in posizione anomala sul Regno Unito che ha favorito scambi meridiani con l'area mediterranea. La discesa di aria fredda di origine polare ha determinato la formazione di un vasto minimo di bassa pressione scivolato solo nelle giornate successive verso sud-est e la Grecia. Il cielo coperto e le incessanti piogge, seppur deboli (8,0mm a Ronciglione), di Domenica 5 Aprile unite all'azione di moderate correnti nord-orientali hanno mantenuto molto bassa la temperatura massima che non ha superato gli 8,8°C.
Netto miglioramento nella giornata di Pasquetta con cieli sereni o poco nuvolosi, tuttavia lo spostamento del sistema ciclonico verso lo Ionio ha favorito la penetrazione del freddo nelle regioni centro-meridionali; l'aumento nei valori massimi dovuti al soleggiamento non è stato seguito dalle minime che sono scese fino al valore record di +2,3°C al mattino di Martedì 7 Aprile. Da segnalare delle brevi nevicate apportate da piccoli nuclei che hanno superato gli Appennini intorno alle 12.30.
Il record di luglio è avvenuto sotto il netto dominio della cupola anticiclonica africana che da giorni non accennava a mollare la sua presa; altezze geopotenziali molto elevate e valori termici alla quota di 850hpa superiori ai 20°C.
Da sottolineare, sempre nel mese di Luglio 2015, ben 9 giornate consecutive con una temperatura media effettiva (fornita dal software weather display) superiore ai 27°C, di cui ben 6 con media superiore ai 28°C; condizioni di caldo estremo che si sono manifestate con valori minimi piuttosto elevati (9 minime consecutive superiori ai 22°C) mentre i valori massimi non hanno superato i 35,4°C in questa fase (15 - 23 Luglio).
La coda dell'estate ha inferto una nuova sferzata africana che ha avuto il suo culmine nella giornata di Giovedì 17 Settembre (estremi di +21,6°/+29,9°C).
Valori fortemente anomali alla quota di 850hpa, ove si sono toccate punte di 23°/24°C; la configurazione ha avuto un'apice di circa 48 ore, tuttavia il giorno seguente gli estremi di 20,7/27,3°C hanno confermato il caldo ma non sui livelli del giorno 17.
La prima decade di Novembre ha visto la presenza in area mediterranea di un vasto campo anticiclonico che ha piazzato i suoi massimi sulle Baleari; la forte compressione, i venti deboli e il tanto soleggiamento diurno (in particolare in collina dove non opera l'inversione termica nelle ore notturne e dove non si sono formate nebbie) hanno spinto il termometro a ridosso dei 23°C.
Staremo a vedere se ci sarà spazio nel corso del mese di Dicembre per altri record di caldo o di freddo, fino a questo punto il 2015 ha confermato la facilità con cui vengono battuti i record di caldo e la difficoltà con cui si registrano episodi freddi, quest'anno significativi sono nella prima decade di Aprile.
RONCIGLIONE, 12.11.2015
Riccardo Felli
Analizzeremo in questo articolo gli aspetti meteo-climatici salienti del 2014, ponendo particolare attenzione alle temperature e alle precipitazioni; per calcolare le statistiche sono stati utilizzati i dati della stazione di Ronciglione Centro.
Pluviometricamente il 2014 non è di certo un anno che si è risparmiato; chiude a 1427,1mm, un valore che nel periodo 2006-2014 è secondo solo al 2010, il quale chiuse con un totale di 1472,7mm.
La distribuzione delle piogge ha seguito un po' quello che è il trend in voga negli ultimi anni: una prima parte di anno molto piovosa, un inizio di autunno secco, ed un novembre e dicembre di nuovo piovosi.
Questa la distribuzione delle precipitazioni:
Gennaio: 288,0mm (+178,0mm)
Febbraio: 173,9mm (+64,9mm)
Marzo: 120,3mm (+38,3mm)
Aprile: 109,1mm (+20,1mm)
Maggio: 65,0mm (-5,0mm)
Giugno: 129,3mm (+74,3mm)
Luglio: 72,1mm (+39,1mm)
Agosto: 40,0mm (+3,0mm)
Settembre: 34,5mm (-74,5mm)
Ottobre: 22,3mm (-116,7mm)
Novembre; 218,1mm (+47,1mm)
Dicembre: 154,5mm (-0,5mm)
Il giorno più piovoso dell'anno è risultato essere il 31 gennaio, con ben 123,7mm, segue il 15 giugno con 63,3mm.
Nonostante un 2014 decisamente piovoso, il periodo 2006-2014 resta al di sotto della media pluviometrica rispetto alla media storica di 121,6mm, un deficit affatto semplice da recuperare, d'altronde la diminuzione delle precipitazioni rispetto alla seconda metà del secolo scorso è cosa dimostrata non solo a livello locale ma nazionale.
I giorni con accumulo minimo di 0,2mm sono ben 133, praticamente 1 su 3!
La più lunga serie di giorni con pioggia la abbiamo avuta dal 29 gennaio al 12 febbraio 2014; ben 15 giorni consecutivi con precipitazioni!
Il mese con il maggior numero di giorni di pioggia con accumulo minimo di 0,2mm è Novembre, ne ha totalizzati ben 19; Agosto, viceversa, ha visto precipitazioni in soli due giorni: i 40mm caduti in quel mese sono caduti praticamente tutti il giorno 23 (39,4mm), i restanti 0,6mm il giorno 3.
Il mese più secco dell'anno è stato Ottobre, ed è stato anche il mese più secco rispetto alla sua media pluviometrica storica di 139,0mm; il deficit pluvio in quel mese si attesta all'84% circa.
Il mese più piovoso dell'anno è stato Gennaio ed è stato anche il mese più piovoso rispetto alla media, il surplus pluvio è del 161% circa.
In definitiva, i 1427,1mm caduti a fronte di una media di 1159,0mm decretano un surplus idrico del 23,13%; assolutamente rilevante ma solo in parte valido a compensare gli anni particolarmente secchi che abbiamo avuto nel periodo di riferimento 2006-2014 (2007, 2011, 2012 ecc..)
Dopo aver analizzato l'aspetto pluviometrico dell'anno appena terminato, per completare il quadro ci occupiamo del suo andamento termico.
Il 2014, evidenziato nel grafico dalla linea di colore blu, ha avuto un andamento decisamente meno variabile rispetto ai 3 anni che lo hanno preceduto; ciò vuol dire inverno mite ed estate fresca.
L'anno è stato particolarmente caldo nel primo e nel quarto trimestre, quindi in inverno ed in autunno, mentre molto fresca è risultata l'estate, in particolare i mesi di Luglio e Agosto.
Riepiloghiamo le temperature medie mensili:
Gennaio 2014: +7,91°C
Febbraio 2014: +9,28°C
Marzo 2014: +10,34°C
Aprile 2014: +13,17°C
Maggio 2014: +15,69°C
Giugno 2014: +20,84°C
Luglio 2014: +21,36°C
Agosto 2014: +22,25°C
Settembre 2014: +19,63°C
Ottobre 2014: +16,89°C
Novembre 2014: +13,34°C
Dicembre 2014: +8,35°C
La media annuale si attesta a +14,92°C e decreta il 2014 l'anno più caldo della serie:
2011: +14,81°C
2012: +14,80°C
2013: +14,44°C
2014: +14,92°C
Un dato che può lasciare piuttosto sorpresi se si pensa ad un'estate decisamente sottotono, eppure la particolare mitezza del trimestre iniziale e finale hanno compensato tutto il calore mancato in estate.
Un'osservazione più critica di questo dato ci spinge a ritenerlo un anno molto caldo, in linea con quanto registrato e dichiarato dalla Japan Meteorological Agency (JMA), la quale pone il 2014 come l'anno più caldo a livello globale dal 1891.
Basta pensare che il 2011 e il 2012 erano già risultati due anni molto caldi, il 2012 in particolare, ad esclusione di una prima parte di Febbraio gelida ha visto un costante sopra media termico che lo ha accompagnato praticamente fino alla sua conclusione.
Sono stati ben 6 i record termici mensili assoluti ritoccati dalla stazione di Ronciglione Centro attiva dal 2006:
18 Gennaio 2014: +9,8°C minima più alta per Gennaio
19 Febbraio 2014: +10,7°C minima più alta per Febbraio
11 Luglio 2014: +13,5°C minima più bassa per Luglio
30 Luglio 2014: +20,2°C massima più bassa per Luglio
15 Ottobre 2014: +18,3°C minima più alta per Ottobre
31 Dicembre 2014: -0,1°C massima più bassa per Dicembre
Da notare i record di caldo di inizio anno e di Ottobre, mentre i record di freddo si sono toccati a Luglio e nell'ultimo giorno dell'anno a causa di una forte irruzione di aria fredda artico-continentale.
Il 31 Dicembre 2014, con una massima di -0,1°C è stata messa a segno una giornata di ghiaccio che mancava dal 4 Febbraio 2012.
La punta di caldo:
19 Luglio 2014: +26,4°C temp. media più alta
19 Luglio 2014: +33,1°C massima annuale
19 Luglio 2014: +21,5°C minima annuale più alta
La punta di freddo:
31 Dicembre 2014: -1,7°C temp. media più bassa
31 Dicembre 2014; -0,1°C massima annuale più bassa
31 Dicembre 2014: -2,6°C minima annuale
L'unico episodio nevoso da segnalare è avvenuto tra le 10.15 e le 11.30 del 31 Dicembre 2014, con una nevicata di intensità debole, solo a tratti moderata, che non ha prodotto accumuli eccezion fatta per alcune tracce sulla vegetazione.
In conclusione, tenuto conto dell'abbondante bottino pluviometrico di 1427,1mm, possiamo ritenere il 2014 un anno di stampo tropicale, caratterizzato da ridotte escursioni termiche.
L'escursione termica media annuale si presenta decisamente ridotta rispetto ai precedenti anni:
2011: 8,86°C
2012: 8,70°C
2013: 8,02°C
2014: 7,40°C
La giornata che ha visto la maggiore escursione termica è stata il 3 Luglio 2014, una minima di +16,2°C e una massima di +30,7°C hanno prodotto ben 14,5°C di escursione.
La minore escursione termica si è avuta il 31 Gennaio 2014; una minima di +8,2°C e una massima di +9,8°C hanno prodotto soltanto 1,6°C di escursione.
RONCIGLIONE, 13.01.2015
Riccardo Felli
L'estate meteorologica 2014 si è conclusa domenica 31 agosto, pertanto possiamo tracciarne un bilancio, analizzarne l'andamento e confrontarla con le stagioni passate.
Premettiamo che i dati raccolti confermano la sensazione generale non solo di estate fresca ma di estate "inusuale"; ritroveremo nell'asimmetria dei principali parametri meteorologici riassuntivi il potenziale rimasto inespresso.
L'alternanza di fasi fresche e piovose a fasi più "calde" e raramente secche, denotano l'assenza di una grande protagonista sullo schacchiere barico europeo; l'Anticiclone delle Azzorre.
Questa figura barica è nota per essere portatrice della tipica estate mediterranea, fatta di fasi stabili, un clima non eccessivamente caldo ma comunque asciutto. Il suo stazionare nel mezzo dell'oceano Atlantico ha lasciato il cuore del Mediterraneo spettatore di un "duello" (lungo pressochè tutto il trimestre) tra l'alta pressione africana (mai particolarmente invasiva) e infiltrazioni fresche ed instabili atlantiche.
E' la storia di un'estate timida, sovente in difficoltà, dai cieli spesso foschi, dalle nebbie notturne; stagione nella quale è risultato difficile lasciare il giubbino in casa se si è usciti di sera o potersi disinteressare delle previsioni meteo.
Una stagione che abbiamo percepito ancor più brutta perchè abituati alle estati degli ultimi anni; tutte piuttosto calde (si pensi al 2012, all'agosto 2011-2013, ecc...)
Per la lettura dei dati vi consigliamo di visualizzare i grafici di ogni singolo mese, già pubblicati sulla nostra pagina Facebook.
Vi riportiamo qui i link:
Giugno 2014:
Luglio 2014:
Agosto 2014:
Passando all'analisi dei dati, le 5 giornate in media più calde dell'anno risultano essere le seguenti:
19 luglio: media +26.4°C
9 giugno: media +26.3°C
8 giugno: media +26.1°C
11 giugno: media +26.1°C
18 giugno: media +26.0°C
Il 19 luglio è stata anche la giornata nella quale abbiamo registrato gli estremi più elevati dell'estate, sia in termini di temperatura minima che massima, rispettivamente di +21.5°C e di +33.1°C.
Dall'unione dei dati finora esposti emerge senza ombra di dubbio che il 19 luglio 2014 è stato il giorno più caldo di questa annata.
L'ondata di calore più persistente dell'estate si è presentata nella prima decade di giugno, con 4 giorni consecutivi che hanno avuto una media termica superiore ai +25°C.
7 giugno: +17.1°C - +30.0°C media +23.2°C
8 giugno: +20.4°C - +32.7°C media +26.1°C
9 giugno: +20.6°C - +32.9°C media +26.3°C
10 giugno: +20.1°C - +32.1°C media +25.4°C
11 giugno: +20.3°C - +32.4°C media +26.1°C
12 giugno: +20.2°C - +32.2°C media +24.8°C
13 giugno: +20.0°C - +30.4°C media +24.2°C
14 giugno: +15.9°C - +26.2°C media +20.3°C
E' insolito che l'ondata di calore più intensa si presenti durante la prima decade di giugno, questo dato fa percepire tutta l'inconsistenza della stagione estiva 2014.
Da notare anche la sequenza di 5 massime consecutive oltre i +32°C, tale persistenza di calore non si è avuta nei mesi di luglio ed agosto, lo stesso vale per i valori minimi.
Estate asimmetrica pertanto, l'ondata di calore più persistente non è stata quella che ha prodotto nè la giornata mediamente più calda nè il picco assoluto di calore.
Dall'analisi dei valori medi il mese più caldo si conferma comunque agosto, sulla scia di quanto successo negli ultimi anni.
Contenute le escursioni termiche medie, sinonimo di molte giornate non del tutto serene ed in generale di un clima piuttosto umido.
Giugno: +20.84°C ur 60.50% esc. termica: 9.93°C
Luglio: +21.36°C ur 67.35% esc. termica 9.20°C
Agosto: +22.25°C ur 65.74% esc. termica 9.21°C
Impietosi, per gli amanti del caldo, i contronti con le precedenti estati:
Estate 2011: +22.18°C ur 57.61% esc. termica: 10.11°C
Estate 2012: +24.27°C ur 46.16% esc. termica: 11.17°C
Estate 2013: +22.66°C ur 59.77% esc. termica: 10.40°C
Estate 2014: +21.48°C ur 64.53% esc. termica: 9.45°C
Come se non bastasse, nel cuore dell'estate abbiamo avuto una giornata notevolissima in termini di freddo: si tratta del 30 luglio, quando si è materializzato un importante record per la stazione di Poggio Cavaliere, la quale non ha raggiunto i 20°C di massima, fermandosi a +19.3°C.
Soglia dei 20°C superata dalle stazioni urbane con +20.1°C per Ponte Cuzzoli e +20.2°C per il centro.
Tuttavia, anche se la massima under 20°C non è andata a segno per le stazioni urbane, il 30 luglio 2014 è da considerarsi come una delle giornate di luglio più fredde degli anni 2000; probabilmente se ne può trovare una simile nell'estate 2000 o 2002, di sicuro non nelle estati dell'ultimo decennio.
Dal punto di vista pluviometrico il periodo 1 giugno - 31 agosto ha chiuso con un bottino complessivo di 241.4mm (+116.4mm dalla media) cosi distribuiti:
Giugno: 129.3mm (+74.3mm) media 55.0mm
Luglio: 72.1mm (+39.1mm) media 33.0mm
Agosto: 40.0mm (+3.0mm) media 37.0mm
E' risultata l'estate più piovosa delle ultime 4:
Estate 2011: 140.9mm
Estate 2012: 12.7mm
Estate 2013: 171.3mm
Estate 2014: 241.4mm
Il giorno più piovoso del trimestre è stato il 15 giugno 2014 con un accumulo di 63.3mm; questa giornata in termini di precipitazioni annuali è seconda solo al 31 gennaio 2014, quando caddero 123.7mm.
L'estate ha deluso in particolare nel mese di Agosto, trascorso "malinconicamente" senza eccessi termici di alcun tipo (solo due le massime over 30° e due minime over 20°).
Il bottino pluviometrico del mese è stato realizzato praticamente tutto il 23 agosto, quando un intenso temporale pomeridiano lasciò al suolo 39.4mm; i restanti 0.6mm caddero il 3 agosto a causa di un debole rovescio.
A termine dell'estate il bottino pluviometrico complessivo annuo della stazione di Ronciglione Centro ammontava a 997,7mm, nel periodo 1 gennaio - 31 agosto è il valore più elevato da quando raccogliamo dati (2006).
* I dati sono analizzati tenendo conto dell'estate meteorologica (1 giugno - 31 agosto)
** Le elaborazioni utilizzano i dati registrati dalla stazione di Ronciglione Centro.
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